        La disperazione in un calcio. Ultima curva del GP Belgio del 1975, la gara della 250 ormai agli sgoccioli e tre piloti aperti a ventaglio, con la vittoria in bilico. Walter Villa sull&rsquo;Aermacchi Harley-Davidson ufficiale, il compagno di squadra Michel Rougerie, e Johnny Cecotto (qui il nostro podcast) su una Yamaha. Il giorno prima, al termine delle qualifiche, uno scenario del genere sembrava impensabile per il venezuelano in sella alla bicilindrica dei tre diapason: era di diversi secondi pi&ugrave; lento dei due avversari, da quanto ricorda, e per giustificarsi puntava il dito verso la maggiore velocit&agrave; della concorrenza sul dritto.  Sito Pons: "Ho fatto scoprire la 250 alla Spagna" | Storie Sprint Storie Sprint: Johnny Cecotto  La domenica, dunque, si sarebbe dovuto inventare qualcosa di speciale, per sperare di giocarsela. E cos&igrave; fece: dopo 150 chilometri di gara sul tracciato di Spa-Francorchamps era ancora attaccato alle Aermacchi Harley-Davidson. E all&rsquo;ultima staccata piazz&ograve; la zampata: una frenata decisa, la leva spremuta come un limone per mettersi in testa. Villa, che proprio non se l&rsquo;aspettava, si difese in qualche modo. Quale? Tirando un calcio verso Cecotto, appunto, nel tentativo di arginare una mossa dalle conseguenze inevitabili: la gara, per lui, era ormai persa. A vincere sarebbe stato il diciannovenne sudamericano, che aveva gi&agrave; la fama del fenomeno. Merito di un esordio con il botto, sul circuito francese del Paul Ricard, qualche mese prima: nella classe 350 aveva lasciato tutti di stucco vincendo la sua prima gara nel Motomondiale davanti al pilota pi&ugrave; quotato del lotto, Giacomo Agostini, 14 titoli gi&agrave; in bacheca e un altro in arrivo. Il distacco rifilato al Campionissimo, di 25 secondi, fu un abisso di cui il venezuelano va ancora fiero, e fece decollare una carriera intensa ma breve, terminata all&rsquo;inizio del decennio successivo quando pass&ograve; alle quattro ruote, diventando compagno di squadra di un&rsquo;altra Leggenda, l&rsquo;allora debuttante Ayrton Senna sulla Toleman, in Formula 1. Campione del Mondo della 350 nell&rsquo;anno dell&rsquo;esordio e della Formula 750 tre stagioni pi&ugrave; tardi (nel 1978), Cecotto non si fece notare soltanto in pista, ma anche nel colorato paddock degli anni &rsquo;70, un arcobaleno di esperienze ed emozioni, gli sponsor scarsi e la velocit&agrave; come catarsi, e poi avventura, emancipazione, adrenalina, spontaneit&agrave;. Ray-Ban a goccia e camicia aperta sul petto, jeans a campana e sorriso maledetto, il sudamericano si afferm&ograve; in un periodo in cui il talento era tutto: se ce l&rsquo;avevi bene, altrimenti ciao. Lui faceva parte del primo club, e beato lui che se l&rsquo;&egrave; goduta, correndo in moto e sprintando dietro alle gonne. Facendo storcere il naso, anche in questo caso, al solito Ago. Vittima del novellino, leggenda nel mirino. La gara di Spa-Francorchamps nel 1975, lottando con le Aermacchi-Harley Davidson: quanta grinta serv&igrave; per vincere? &ldquo;Il tracciato era lungo 14 chilometri e le moto di Villa e Rougerie volavano sui rettilinei. In qualifica mi mancavano 4-5 secondi al giro. La domenica per&ograve; scattai bene, nel primo tratto ricordo di essere stato in testa, poi gi&ugrave; in discesa, fra le case, prima che i due mi sorpassassero di motore. A un certo punto c&rsquo;era una doppia curva che fino alle qualifiche avevo affrontato in quarta marcia. Preso dalla foga di restare con le Aermacchi Harley-Davidson, domenica mi buttavo dentro in quinta: il posteriore che si muoveva di brutto sembrava volermi mollare da un momento all&rsquo;altro. Con quello slancio arrivavo forte alla staccata dell&rsquo;ultimo tornantino e spesso li superavo entrambi. Avanti cos&igrave; per tutta la gara, fino al momento decisivo: Villa, che pensava di aver vinto, quando mi vide entrare in staccata scalci&ograve;, provando a buttarmi gi&ugrave;. Ma non mi prese: vinsi io&rdquo;. Era il settimo appuntamento di una stagione iniziata al Paul Ricard, dove avevi lasciato tutti a bocca aperta vincendo all&rsquo;esordio assoluto in due diverse classi, 250 e 350: cosa ricordi di quel fine settimana francese? &ldquo;Ero arrivato dal Venezuela, senza conoscere la pista, con una moto clienti in vendita a chiunque, gomme Dunlop acquistate in circuito e con la prospettiva di correre al massimo tre GP. Poi me ne sarei tornato in Sud America, perch&eacute; il budget non permetteva di pi&ugrave;. In Francia partecipavo sia alle 250 che alla 350. Nella quarto di litro mi qualificai con il secondo tempo dietro a Ikujiro Takai, sulla Yamaha ufficiale. E vinsi. Nella categoria superiore scattai dalla pole e viaggiai circa un secondo al giro pi&ugrave; veloce di Agostini: veramente una cosa incredibile! A quel punto di sponsor ne spuntarono parecchi. Fui in grado di completare la stagione, conquistando il Mondiale 350&rdquo;. Passa alla prossima pagina &nbsp; Johnny Cecotto: il pilota, il personaggio  L&rsquo;anno successivo, il 1976, trionfasti alla 200 Miglia di Daytona sulle tele, con la gomma posteriore finita. Il tuo rivale principale era Kenny Roberts, anche lui alle prese con qualche problema di pneumatici. &ldquo;Eravamo entrambi alla frutta, ma io riuscii ad arrivare in fondo, lui no. Si dovette fermare per una sosta &lsquo;extra&rsquo;. Montavamo le Goodyear. Non so se avessimo lo stesso materiale, perch&eacute; Kenny era trattato da ufficiale, io invece ero un semplice cliente. In ogni modo, dopo il suo problema quelli dei pneumatici corsero a dire al mio team di fermare anche me. Probabilmente avrebbero preferito una vittoria di Kenny Roberts, statunitense come loro, idolo di casa a Daytona. Ma la mia squadra li rassicur&ograve; dicendo che avevano controllato il battistrada nella sosta per il rifornimento, e andava tutto bene. Arrivai sotto la bandiera a scacchi con l&rsquo;acqua alla gola, ma c&rsquo;ero riuscito: primo!&rdquo;. Quell&rsquo;anno gareggiasti anche in 500, dove nel 1978 conquistasti otto pole su 11 Gran Premi: vincesti in volata ad Assen, raccogliendo qualche altro podio, ma in altre occasioni and&ograve; peggio. A cos&rsquo;era dovuta questa altalena? &ldquo;Guidavo una Yamaha privata, non ufficiale. In qualifica andavo forte, ma in gara emergeva un problema: dopo qualche giro il posteriore cominciava a saltare e mi costringeva a rallentare. Nelle curve la moto non stava pi&ugrave; attaccata a terra e diventava inguidabile. Fra il battistrada, la carcassa e l&rsquo;ammortizzatore si innescava qualcosa di anomalo&rdquo;. La tua Yamaha 500 funzionava soltanto sul giro secco, insomma. Nella Formula 750 la musica invece era diversa. &ldquo;L&igrave; guidavo una moto ufficiale, per&ograve;. Mi pare che i pneumatici fossero gli stessi della 500, ma l&rsquo;ammortizzatore era un altro. Con quella moto, quindi, il problema non c&rsquo;era e riuscivo a concretizzare, tanto che vinsi il titolo. La 750 &egrave; la miglior moto che abbia mai guidato. Una bestia, certo, super veloce, difficile e potentissima: dava un gran gusto&rdquo;. Le tue esperienze con le due ruote erano iniziate proprio con una moto di quella cilindrata, ma in un contesto del tutto diverso. &ldquo;S&igrave;, la mia storia era cominciata in Venezuela una settimana prima dell&rsquo;inizio del campionato nazionale del 1972. Avevo 16 anni e guidavo una Honda CB quattro cilindri stradale. Per pura curiosit&agrave; mi feci i circa 300 chilometri che mi separavano dalla pista di San Carlos per andare a vedere le prove dei piloti che avrebbero partecipato alle serie venezuelane. Avevano mezzi da corsa, ma alcuni, come me, avevano raggiunto il tracciato su moto stradali. Finite ufficialmente le prove, si erano messi a girare in pista con le stradali: visto che ero l&igrave;, mi unii al gruppo, a proteggermi giusto un paio di jeans e un giacchino. Tenevo comodamente il passo degli altri. Cos&igrave; uno mi disse: &lsquo;Hai girato bene, corri anche tu domenica prossima?&rsquo;. E io: &lsquo;No, assolutamente&rsquo;. La sera tornai a Caracas e andai a dormire. La mattina successiva mi svegliai con una convinzione: avrei corso anch&rsquo;io!&rdquo;. Cosa ti serviva per farlo? &ldquo;Innanzitutto il permesso di mio padre, che aveva un&rsquo;officina di auto. Mi liquid&ograve; con sufficienza, dicendomi di lasciar perdere. Ma io lo martellai senza piet&agrave;, tormentandolo per tre giorni, finch&eacute; non cedette. Fatta la licenza, poi, ero pronto per partire. Pap&agrave;, vedendomi con i jeans, mi diede dello scemo e mi mand&ograve; a comprare una tuta di pelle. La ricordo ancora, gialla, di parecchie taglie in pi&ugrave;. La pagai con un assegno&rdquo;. Cos&igrave; ti presentasti alla tua prima gara: una 750 stradale sistemata alla bell&rsquo;e meglio e senza esperienza. &ldquo;Si partiva a spinta, a motore spento. La mia Honda aveva il motorino d&rsquo;avviamento, che era vietato. Prima del via un commissario mi avvert&igrave;, dicendomi che mi avrebbe tenuto d&rsquo;occhio. Non ci avevo mai provato, e infatti fu una d&eacute;b&acirc;cle: spingevo la mia Honda, una falcata dopo l&rsquo;altra, tenendo il gas aperto. Insomma, sbagliavo. Quando, esausto, chiusi la manopola, il motore finalmente part&igrave; e mi avviai, ultimissimo. Rimontai fino al terzo posto ma mi si ruppe la catena. Poi i primi due si ritirarono. Morale, avrei potuto vincere&hellip;&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Johnny Cecotto, campione e playboy  Dal tuo racconto sembra che tu avessi doti innate: ai tuoi tempi essere un pilota di successo era un affare di puro talento, oppure c&rsquo;era la possibilit&agrave; di imparare e lavorare su tecnica e velocit&agrave;? &ldquo;Che si trattasse di correre in moto o in auto, a mio avviso se non ce l&rsquo;avevi naturale non avevi la possibilit&agrave; di andare oltre un certo livello. Qualcuno ti aiutava svelandoti qualche trucchetto, magari, ma poca roba. A me accadde con Andrea Ippolito, che per esempio mi spieg&ograve; l&rsquo;importanza delle scie e come sfruttarle, sganciandosi al momento giusto e poi creando della distanza per non essere ostacolati dalle turbolenze. Sono cose che aiutano, ma non fanno la differenza&rdquo;. Hai parlato dell&rsquo;importatore della Yamaha in Venezuela, che ti port&ograve; da Caracas al Motomondiale. Gli sei sempre stato fedele: non hai mai ricevuto altre offerte? &ldquo;Certo, mi chiam&ograve; la Suzuki alla fine del 1975, dopo il titolo in 350. Mi volevano per la classe regina. La moto di Hamamatsu era vincente, si era gi&agrave; visto. Quella era la strada del professionismo, di chi voleva a tutti i costi il titolo della 500. Per me, per&ograve;, era pi&ugrave; importante la riconoscenza nei confronti di Ippolito. Non potevo lasciarlo cos&igrave;, dopo tutto quello che aveva fatto per me. Mi aveva portato al Mondiale e avevamo vinto. Senza di lui non avrei raggiunto certi risultati&rdquo;. Il tuo casco ha una storia interessante, la puoi raccontare? &ldquo;Nella mia prima gara ne avevo usato uno aperto, addirittura. Poi mi comprai un Bell integrale bianco che pensavo di verniciare come quello di Jarno Saarinen, il mio idolo, con le bande rosse sopra e sui lati. Allora sistemai il nastro da carrozziere e presi in mano la vernice, ma ebbi un ripensamento. &lsquo;Devo fare qualcosa di mio, non di un altro&rsquo; mi dissi. Quindi rielaborai la base del finlandese. Ne usc&igrave; un bel lavoro, con due corna rosse che partivano da dietro e spuntavano davanti&rdquo;. Proprio nel 1972, l&rsquo;anno della tua prima gara, Saarinen aveva vinto il titolo della 250 da privato: perch&eacute; tifavi per lui? &ldquo;Era il grande antagonista di Giacomo Agostini, vincitore gi&agrave; tante volte, che a me stava antipatico. E poi lo stile di guida: l&rsquo;italiano era &lsquo;old school&rsquo;, composto, mentre Jarno teneva il ginocchio fuori e correva con manubri particolari, molto spioventi. Era il confronto tra il vecchio e il nuovo&rdquo;. Con Agostini, poi, arrivasti a sfidarti in pista: l&rsquo;hai mai temuto? &ldquo;Neanche un po&rsquo;. A me interessava soltanto vincere. Specialmente se c&rsquo;era lui&rdquo;. Nel paddock eri spesso insieme con Barry Sheene, due playboy con l&rsquo;aria di chi la sa lunga e la voglia di fare una gran baldoria: &egrave; vero che avevate messo Ago nel mirino? &ldquo;Gli facemmo parecchi scherzi. I gavettoni, per esempio. Poi le donne: una sera a Imola nel nostro albergo arrivarono due ragazze di Genova, molto belle, che chiesero di Ago dicendo di avere un appuntamento. Io, anche se non era vero, dissi loro che Giacomo era uscito e che se volevano potevano venire con me a Bologna, dove stavo andando a cena. Dovevi vedere la faccia di Agostini quando mi vide rientrare in hotel con le mie nuove due amiche! Ci rimase malissimo. Ancora rido, a ripensarci&rdquo;. Luca Cadalora, il pilota che ha sempre seguito il cuore | Storie Sprint       

L'esclusiva: "Sconfissi Giacomo Agostini al Paul Ricard, nel giorno in cui debuttai nel Mondiale con due successi. E quanti scherzi nel paddock"

Johnny Cecotto, bello e dannato | Storie Sprint

        La vicenda legata alla penalit&agrave; inflitta a Marc Marquez dopo i fatti di Portimao continua a far discutere. Tutto nasce dalla controversa nota emessa dai Commissari dopo il GP Portogallo, in cui veniva evidenziato espressamente che il pilota Honda avrebbe dovuto scontare il doppio long lap penalty scelto come sanzione nel successivo Gran Premio dell&rsquo;Argentina. Calendario MotoGP 2023: date, orari tv e dove vederla Marc Marquez: Vito Ippolito dice la sua  L&rsquo;assenza forzata dello spagnolo, che non potr&agrave; presentarsi a Termas de Rio Hondo causa infortunio, ha fatto scoppiare la polemica perch&eacute;, seguendo alla lettera il provvedimento, Marquez avrebbe potuto evitare la sanzione in virt&ugrave; della mancata partecipazione al GP. La FIM &egrave; intervenuta poi chiarendo che Marc dovr&agrave; scontare il LLP al prossimo Gran Premio a cui parteciper&agrave; - probabilmente quello di Austin - scatenando l&rsquo;ira della Honda che, dal canto suo, ha presentato ricorso contro quest&rsquo;ultima decisione. Una confusione che ha suscitato tante reazioni, tra cui quella di Vito Ippolito, ex presidente della FIM, Federazione Internazionale di Motociclismo. Il pensiero di Vito Ippolito su Marc Marquez   &ldquo;Servono regole e buon senso&rdquo; ha scritto Ippolito in un pensiero affidato al suo profilo Twitter. &ldquo;Il buon senso suggerisce che penalit&agrave; come i long lap penalty vadano osservate alla prima occasione possibile&rdquo;.  Ippolito &egrave; entrato poi nel merito del doppio long lap penalty inflitto a Marc: secondo l&rsquo;ex presidente FIM, questo tipo di sanzione perde di efficacia se non scontata immediatamente. &ldquo;Tuttavia, mi sembra anche che questo tipo di sanzione funzioni bene e sia efficace se scontata nella gara in corso e non in quelle successive.&nbsp;Sarebbe meglio ricorrere ad altre penalit&agrave; come ad esempio togliere dei punti in classifica&ldquo;.&nbsp; Un parere autorevole, quello di Ippolito, che vanta un lungo passato da dirigente nel mondo del motociclismo e ha ricoperto la carica di presidente FIM dal 2006 al 2018, prima di cedere il testimone a Jorge Viegas, attualmente in carica.  GP Argentina: gli orari tv       

L'ex presidente FIM ha espresso la propria opinione riguardo l'efficacia della penalit&agrave; inflitta al pilota spagnolo dopo il GP Portogallo

MotoGP, Vito Ippolito: "A Marc Marquez vanno tolti punti"

        Alcuni anni fa su Polvere di Stelle raccontai la storia di Renato Dionisi, dieci volte campione italiano e stella internazionale del salto con l&rsquo;asta. Accennai soltanto brevemente al suo curriculum nell&rsquo;atletica, soffermandomi invece sulla passione per la moto che lo spinse anche a partecipare ad alcune corse. Una delle quali, la 500 km di Vallelunga del 1972, ebbe un risvolto tragico essendosi trovato coinvolto con altri al primo giro nella caduta mortale di Maurizio Cecere. Ottoz e Carlo Laverda   Oltre a Dionisi, altri celebri esponenti italiani dell&rsquo;atletica in quegli anni nutrivano una forte passione per la moto. Tra loro, Eddy Ottoz, titolare di un impressionante curriculum in campo internazionale nei 110 metri ostacoli. Vincitore di cinque titoli europei (di cui tre Indoor), cinque titoli nazionali consecutivi dal 1965 al 1969, fu quarto nel 1964 alle Olimpiadi di Tokyo, poi nel 1968 conquist&ograve; la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Citt&agrave; del Messico. Avevo conosciuto personalmente Dionisi, ma non avevo mai avuto modo di incontrare Ottoz. Un mese fa mi trovavo nella sua citt&agrave;, Aosta, e non ho resistito alla tentazione di cercarlo per farmi raccontare l&rsquo;avventura motociclistica che lo vide protagonista nel 1968 al termine dei Giochi quando, lasciata Citt&agrave; del Messico sulla sua Laverda 650, dopo oltre 7000 km raggiunse New York prima di tornare in Italia. &ldquo;Nella squadra nazionale di staffetta c&rsquo;era Carlo Laverda &ndash; racconta Eddy &ndash; i cui parenti erano titolari della Casa motociclistica di Breganze che aveva appena presentato la 650 bicilindrica. Io, Sergio Ottolina e Ippolito Giani decidemmo di acquistarla e Carlo riusc&igrave; a farci ottenere non soltanto le moto, ma anche un apprezzabile sconto&rdquo;. Ottolina, olimpionico a Tokyo, titolare della staffetta 4x100 e recordman europeo dei 200 metri, e Giani, due ori ai Giochi del Mediterraneo nella staffetta e nei 200 metri, erano stati convocati, come Ottoz, per rappresentare l&rsquo;Italia alle Olimpiadi di Citt&agrave; del Messico. Una volta entrati in possesso delle rispettive Laverda 650 i tre atleti trovarono anche il modo di portarsele appresso in Messico. &ldquo;Il CONI &ndash; spiega Ottoz &ndash; si era riservato un aereo-cargo per trasportare i materiali per la partecipazione alle Olimpiadi. Trovare il posto per le nostre tre moto non fu un problema: una volta ottenuta l&rsquo;autorizzazione, portammo le Laverda all&rsquo;aeroporto della Malpensa e le recuperammo all&rsquo;aeroporto di Citt&agrave; del Messico, portandole al Villaggio Olimpico dove, fino al termine delle gare, non le toccammo pi&ugrave;". Il piano di Eddy  La ragione della trasferta delle moto dall&rsquo;Italia alla lontanissima capitale centramericana era semplice. Il proposito comune di Ottoz, Ottolina e Giani era di rientrare in patria da New York raggiungendo la Grande Mela in moto dal Messico: occasione unica per un viaggio entusiasmante, coinvolgente e avventuroso. Nei piani di Ottoz, il raid motociclistico aveva anche un secondo scopo: prima di partire dall&rsquo;Italia aveva detto alla fidanzata, Lyana Calvesi, di raggiungerlo a Citt&agrave; del Messico alla chiusura dei Giochi. L&igrave; si sarebbero sposati, per poi partire insieme per il viaggio di nozze in sella alla Laverda. Il piano, per&ograve;, non si realizz&ograve; perch&eacute; il padre di Lyana, apprezzatissimo allenatore degli ostacolisti e tecnico federale, si oppose al matrimonio in Messico poich&eacute; in quel Paese il divorzio era legale. Le Olimpiadi furono turbate dalla sanguinosa repressione delle manifestazioni studentesche contrarie alle ingenti spese effettuate per organizzare i Giochi in un Paese dove ancora regnava la povert&agrave;. Molti furono i morti e anche la giornalista italiana Oriana Fallaci fu ferita dalla Polizia. Il grande evento sportivo non usc&igrave; indenne da questo clima: Tommie Smith e John Carlos, primo e terzo nella finale dei 200 metri, una volta sul podio con le medaglie al collo, abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso indossando dei guanti neri, un gesto che sarebbe diventato un simbolo della lotta per la conquista dei diritti civili degli afroamericani. Eddy Ottoz, pur turbato da questi avvenimenti, era in splendida forma. Vinse la propria batteria stabilendo anche il miglior tempo delle eliminatorie, si piazz&ograve; secondo in semifinale e terzo nella finale. Willie Davenport trionf&ograve; con il nuovo record olimpico e secondo fu Ervin Hall che ebbe ragione di un soffio su Ottoz dopo una gara serratissima. In quell&rsquo;occasione Eddy stabil&igrave; anche il primato italiano in 13&rdquo;46, imbattuto fino al 1994, quando suo figlio Laurent in un meeting a Berlino lo miglior&ograve; di quattro centesimi. Il 17 ottobre 1968 Eddy Ottoz e Ippolito Giani lasciarono Citt&agrave; del Messico senza Sergio Ottolina, che aveva optato per un itinerario diverso. Dopo 1200 km passarono il confine con gli Stati Uniti ed entrarono in Texas, dove la Laverda di Ottoz incolpevolmente si ferm&ograve;. &ldquo;Fortunatamente rimasi appiedato a Orange, cittadina al confine con la Louisiana. Non sapevo spiegarmi la ragione di questo improvviso stop del motore, ma tutto fu chiarissimo dopo aver spinto la moto fino a una vicina officina della Honda e aver smontato i carburatori e la testa. Per la prima volta dalla partenza del viaggio ero rimasto in riserva, avevo girato su quella posizione il rubinetto della benzina e in questo modo il serbatoio si era quasi completamente svuotato. Cos&igrave;, i fondi di caff&egrave; che un nostro compagno della squadra olimpica aveva versato a mia insaputa nel serbatoio &ndash; ovviamente lo scoprii una volta tornato in Italia &ndash; e che si erano depositati sul fondo, erano scesi nelle vaschette dei carburatori e da l&igrave; nelle camere di scoppio creando danni alle valvole&rdquo;. Il motore dopo questo scherzo riprese vita, ma perse potenza e divenne difficile da avviare. Tuttavia macin&ograve; stoicamente e quotidianamente centinaia di chilometri fino a New York, dove i due compagni di viaggio sbrigarono le pratiche per la spedizione delle moto a Napoli. Polvere di Stelle: la breve gloria di Cremona &nbsp; Passione intatta  Tornato in Italia, Ottoz si spos&ograve; con Lyana e poi annunci&ograve; il ritiro dall&rsquo;agonismo. &ldquo;Carriera e matrimonio secondo il mio modo di pensare erano incompatibili&rdquo;. La Federazione italiana di atletica insistette per&ograve; per non perdere un simile campione e lo convinse a ricominciare ad allenarsi e a gareggiare. Nel 1969 si conferm&ograve; campione europeo della specialit&agrave; ad Atene, ma dopo questa conferma mise in atto definitivamente il suo proposito di ritiro. Amico di Giacomo Agostini, con il quale nel 1971 aveva pubblicizzato su &ldquo;Carosello&rdquo; la benzina API, Ottoz nel 1974 accompagn&ograve; &ldquo;Ago&rdquo; a Daytona, condividendo con lui la gioia per una delle sue pi&ugrave; formidabili vittorie. Dal 2001 al 2012 &egrave; stato membro della Giunta nazionale del CONI. A 78 anni va ancora in moto con una BMW R1200 GS e allena giovani ostacolisti. "Insegno loro la tecnica per gli ostacoli e come ci si deve comportare nella vita per fare gli atleti". Ippolito Giani, invece, &egrave; mancato il 28 settembre 2018.       

Ottoz, dopo il bronzo nei 110 ostacoli a Citt&agrave; del Messico, raggiunse New York in sella a una Laverda 650 assieme al compagno azzurro Gian

Polvere di Stelle: l'avventura a due ruote di Eddy Ottoz

A Bologna ci sono tanti musei, diverse collezioni private di grande valore, ma soprattutto , per chi ama la storia del progresso tecnico, c&rsquo;&egrave; il Museo del Patrimonio Industriale, una splendida, affascinante e coinvolgente vetrina della creativit&agrave; e dell&rsquo;operosit&agrave; bolognese in tutti quei settori dell&rsquo;industria che hanno dato fama e ricchezza alla citt&agrave;.  Polvere di Stelle: i due volti dell&#39;Argentina  Bologna   Il Museo, ricavato ristrutturando sapientemente un&rsquo;antica fornace nella periferia bolognese, in via della Beverara 123, in questi ultimi anni ha dedicato ampio spazio alle motociclette: gi&agrave; negli anni Venti erano attive a Bologna diverse industrie motociclistiche, e a questo decennio il Museo del Patrimonio Industriale dedic&ograve; nel 2004 una prima mostra e un&rsquo;accurata pubblicazione. Lo stesso fece nel 2006 per il decennio successivo e nel 2008 per gli anni della ricostruzione post-bellica, dal 1946 al 1950. Ora, dopo aver curato due mostre, dedicate una alla Italjet e l&rsquo;altra alla CM, e superate le difficolt&agrave; create dalla pandemia, il Museo propone una nuova mostra sulle industrie motociclistiche bolognesi attive negli anni Cinquanta e Sessanta.  &nbsp;  Attraverso un&rsquo;accurata indagine condotta su documenti, interviste, immagini, giornali e riviste del tempo, il curatore della mostra, Antonio Campigotto, &egrave; riuscito ad allestire un percorso espositivo composto da 32 modelli di grande interesse, in parte restaurati, in parte perfettamente conservati. Fra questi si distinguono moto da competizione, come la Morini Re Bello 250, modello precursore della 250 bialbero da Gran Premio, le Mondial 125 e 175, e le leggendarie Ducati &ldquo;Marianna&rdquo;, 125 GP Bialbero e 125 GP Desmo. Ma la pi&ugrave; emozionante &ndash; per grinta, tecnologia e rarit&agrave; &ndash; &egrave; senz&rsquo;altro la minuscola Demm 50 bialbero del 1961, un mini-bolide prestato dal Museo Demm di Porretta Terme. Tra le moto stradali spiccano invece le bicilindriche Berneg e Comet, la bellissima Ducati 175 Sport, la MM 250 Supersport, la BM 175 Sport e alcune autentiche rarit&agrave; come la Fochj-NSU 98, le Mengoli 160 e 175 e la Italmoto 160 che &ndash; acquistata dalla Maserati &ndash; diede vita alla sezione motociclistica della marca del Tridente.  L&rsquo;esposizione dei modelli &egrave; valorizzata da sette filmati d&rsquo;epoca provenienti dall&rsquo;Istituto Luce, di cui uno a colori focalizzato sul Motogiro del 1957 e sulla fabbrica Ducati. Vi sono inoltre tre multivisioni che presentano le pubblicit&agrave; apparse sulle riviste di settore, un album fotografico del motociclismo bolognese e una selezione di immagini sull&rsquo;attivit&agrave; sportiva della Ducati dal 1955 al 1960. Vi &egrave; infine una banca dati contenente informazioni preziose, schede tecniche e immagini dei 98 produttori di moto attivi nel bolognese dal 1904 al 1960.  Grazie alla collaborazione con il Museo Ducati, durante il periodo d&rsquo;apertura della mostra, dal 17 ottobre 2021 al 15 maggio 2022, cinque modelli della Casa di Borgo Panigale, saranno sostituiti a rotazione da altri importanti esemplari da corsa del decennio di riferimento, con preventiva comunicazione sulle pagine Facebook dei due musei. Informazioni sono reperibili sul sito www.museibologna.it/patrimonioindustriale, oppure telefonando allo 051/63.56.611.  Lugo e la Diemme   Che cosa hanno in comune campioni come Mario Lega, Giovanni Proni, Otello Buscherini, Johnny Cecotto, Marco Lucchinelli, Vinicio Salmi e Franco Uncini? Un nome: Diemme. Si stratta di un marchio che tutti gli appassionati di motociclismo che hanno vissuto o studiato ci&ograve; che avvenne nel mondo delle corse fra il 1973 e il 1981 conoscono bene, ma per i pi&ugrave; giovani lettori di questa rubrica ne spiego il significato: Diemme &egrave; una fabbrica di macchine enologiche con sede a Lugo di Romagna, un&rsquo;azienda affermata in ambito internazionale che nel 1973 improvvisamente fece irruzione nell&rsquo;ambiente delle corse di Velocit&agrave; in moto.    Rino Melandri, il titolare, racconta: &ldquo;Io non sapevo nulla di motociclette, ma un giorno venne da me un mio dipendente che aveva sposato la sorella di Giovanni Proni, un bravo corridore mio concittadino la cui carriera a suo giudizio aveva bisogno di un sostegno economico e pensai di darglielo. A Lugo c&rsquo;erano due Moto Club: l&rsquo;Enal San Lorenzo che appoggiava Proni, e il Baracca al quale era iscritto Mario Lega, un altro pilota locale molto promettente. Ci furono un po&rsquo; di pressioni da entrambe le parti, cos&igrave; decisi che non avrei aiutato soltanto Proni, ma entrambi. A questo fine nacque la scuderia Diemme&rdquo;.  Ai due piloti lughesi furono assicurate delle Yamaha 250 e 350 competitive e i risultati premiarono l&rsquo;impegno di Rino Melandri: gi&agrave; nell&rsquo;anno del debutto, il team collezion&ograve; due significativi terzi posti nei campionati italiani delle classi 250 e 350, rispettivamente con Lega e Proni, preceduti soltanto dagli ufficialissimi Giacomo Agostini, Renzo Pasolini e Walter Villa. L&rsquo;anno dopo Lega con due vittorie e ottimi piazzamenti conquist&ograve; il titolo italiano della 350 e nel 1975 lo stesso titolo and&ograve; a Proni. Indubbiamente una partenza sorprendente per una squadra privata, risultati costanti al pi&ugrave; alto livello che accostarono il nome Diemme a quello dei team pi&ugrave; blasonati.  Fu cos&igrave; che ebbe origine uno stretto rapporto fra Andrea Ippolito, titolare del Team Venemotos, direttamente assistito dalla Yamaha, che puntava fortemente sul suo pilota Cecotto, e la Diemme, e questo accordo, che fece di Lugo la base europea della squadra venezuelana, favor&igrave; la crescita ulteriore della scuderia di Rino Melandri.  Da quel momento alcuni dei pi&ugrave; forti piloti non accasati trovarono nella Diemme moto competitive e assistenza tecnica competente e sempre disponibile. Nel 1980 la squadra lughese cambi&ograve; nome e divenne &ldquo;Ad Maiora&rdquo;; le moto erano le Morbidelli 250 ufficiali cedute a Melandri da Giancarlo Morbidelli, ormai concentrato soltanto sulla 500. L&rsquo;attivit&agrave; continu&ograve; fino alla fine del 1981, anno in cui la Ad Maiora guidata Paolo Ferretti si impose nel campionato italiano e Roland Freymond colse il terzo posto nel Mondiale della 250, ma dopo aver colto tante soddisfazioni, e affrontato un impegno economico e organizzativo in continua crescita, la spinta si era esaurita.  Scritta la sua parte di storia del motociclismo, la scuderia Diemme chiuse i battenti. Questa grande avventura fa parte anche del patrimonio sportivo della citt&agrave; di Lugo, ed &egrave; per questo che l&rsquo;amministrazione comunale, in accordo con Rino Melandri e suo figlio Massimo, ha allestito nell&rsquo;affascinante sala delle Pescherie della Rocca una mostra che celebra le imprese della scuderia e dei suoi campioni. Aperta dal 16 al 24 ottobre, erano presenti documenti, gigantografie, moto da corsa che furono della Diemme, accessori racing dell&rsquo;epoca, filmati e altri motivi di interesse.  Polvere di Stelle: il giorno di gloria della Hazlewood 

Due mostre raccontano capitoli del motociclismo in Emilia-Romagna: Lugo ha omaggiato la Diemme, Bologna celebra le aziende attive sotto le Due Torri

Polvere di stelle: la storia in esposizione a Lugo e Bologna

        Il portoghese Jorge Viegas &egrave; il nuovo presidente della Federazione Motociclistica Internazionale ed &egrave; il successore di Vito Ippolito, che era stato a capo della FIM per tre mandati consecutivi, dal 2006. Viegas &egrave; stato eletto sabato 1&deg; dicembre nell&rsquo;assemblea della FIM a Andorra con 79 voti su 101 disponibili. Viegas era anche l&rsquo;unico candidato, non essendosi ripresentato Vito Ippolito e dopo il ritiro della candidatura dell&rsquo;austriaco Wolfgang Srb per motivi di salute. IL TRAGUARDO DI UNA VITA - Viegas ha gi&agrave; ricoperto diversi ruoli all'interno della FIM, iniziando come membro e poi presidente della Commissione di Promozione FIM nel 1992, prima di essere nominato vicepresidente della FIM per vari periodi tra il 1996 e il 2014. Ha anche ricoperto vari incarichi in qualit&agrave; di componente del consiglio di amministrazione della FIM ed &egrave; attualmente membro del TAD in Portogallo, nonch&eacute; del Comitato Olimpico Portoghese.  "Sono davvero onorato di essere eletto alla carica di Presidente della FIM", ha affermato Viegas. "Per me &egrave; un traguardo raggiunto per tutta la vita vedere la mia passione per il motociclismo svilupparsi in un ruolo che pu&ograve; permettermi di avere un impatto positivo sullo sport. Ho trascorso molti anni a lavorare per e con la FIM e auspico un futuro brillante insieme".  Nato a Faro, in Portogallo, con un Master in Economia e Relazioni Internazionali, l'avventura di Viegas con le due ruote &egrave; iniziata quando ha corso in motocross nel 1974, prima di passare alle gare in circuito con un certo successo, gareggiando anche in diversi GP in 2450 e alla 24 Ore di Le Mans. Dopo diversi anni di lavoro come giornalista ha fondato la Federazione Motociclistica Portoghese nel 1990, divenendone presidente, e in seguito &egrave; stato nominato dal governo portoghese come presidente del circuito dell&rsquo;Estoril.  COPIOLI NEL CONSIGLIO DIRETTIVO - Oltre all'elezione del nuovo presidente, i delegati delle federazioni nazionali hanno anche votato tre nuovi membri del consiglio di amministrazione della FIM e tre nuovi revisori interni. I candidati che si uniscono al consiglio di amministrazione della FIM sono: Jacques Bolle della Federazione Motociclistica Francese, Giovanni Copioli della Federazione Motociclistica Italiana e Jan Stovicek, della Federazione Motociclistica della Repubblica Ceca. I candidati selezionati per il controllo interno sono: Angelos Bavellas (Federazione Cipriota), Francesco Brandi (Federazione Italiana) e David Francis (Federazione Inglese). Al nuovo presidente della FIM Jorge Viegas e ai membri del consiglio direttivo e ai revisori interni, l'augurio di&nbsp; buon lavoro da parte di Motosprint!       

Il fondatore e presidente della Federazione Motociclistica Portoghese &egrave; il successore di Vito Ippolito, che ha guidato l'Internazionale per 12 anni. Copioli eletto nel comitato direttivo

Jorge Viegas eletto presidente della FIM

        I rumors ormai lo davano per certo come il futuro presidente della Federazione Motociclistica Internazionale, invece Wolfgang Srb ha sorpreso tutti, ritirando la sua candidatura in vista delle elezioni del 1&deg; dicembre ad Andorra. Il suo antagonista Jorge Viegas &egrave; rimasto cos&igrave; l'unico candidato alla presidenza. Considerando che l&rsquo;attuale presidente Vito Ippolito non si riproporr&agrave; per un altro mandato, dopo averne gi&agrave; assolti tre, Jorge Viegas &egrave; matematicamente a capo della Federazione Internazionale. Dopo il comunicato ufficiale della FIM che annunciava i due candidati, non ci sono state ulteriori comunicazioni da parte dell&rsquo;orniganismo internazionale, ma la notizia del ritiro di Srb si &egrave; sparsa rapidamente. Tanto che anche Speedweek.com l&rsquo;ha riportata, con dovizia di dettagli sulle motivazioni ufficiose del ritiro. I MOTIVI - Al congresso FIM in Norvegia, alcuni funzionari delle federazioni sono stati portati su un motoscafo per una breve gita sul mare. In questa occasione Wolfgang Srb sembra che sia stato sbalzato dal sedile da una forte onda e sia caduto fratturandosi il coccige. Bench&eacute; non abbia riportato nessun danno neurologico alle braccia o alle gambe, la frattura si &egrave; rivelata particolarmente dolorosa e per questo Srb si sarebbe ritirato dalla scena politica. L&rsquo;austriaco, infatti, ha dato le dimissioni anche dal suo ruolo di Presidente della Federazione Motociclistica Europea, che ricopriva dal luglio del 2014, dopo essere stato recentemente rieletto lo scorso luglio per un altro quadriennio. VIEGAS PRESIDENTE FIM &ndash; Candidato per la seconda volta alla presidenza della FIM, dopo essere stato battuto 4 anni fa per una differenza di 20 voti su un totale di 113 disponibili, Jorge Viegas &egrave; un manager e un imprenditore, fondatore e presidente della Federazione Portoghese di Motociclismo, nata 23 anni fa. Viegas ha lasciato la federazione nazionale sei anni fa per assumere il ruolo di vice-presidente della FIM. Il portoghese &egrave; stato anche uno dei membri fondatori della FIM Europe.       

Colpo di scena alla vigilia delle elezioni presidenziali: il candidato favorito Wolfgang Srb si ritira e si dimette anche da presidente della FIM Europe

Elezioni FIM: Viegas unico candidato

        In questi giorni su Romano Fenati ne sono state dette tante, troppe. Ieri sul web sono rimbalzate delle false notizie basate su rumors a proposito dell&rsquo;incontro del pilota ascolano con il Presidente della FIM Vito Ippolito. Noi abbiamo volutamente scelto il silenzio fino alla certezza comunicato ufficiale della Federazione Internazionale, che &egrave; appena arrivato. Per Romano Fenati, purtroppo, le notizie non sono positive: dopo la licenza italiana gli &egrave; stata ritirata anche quella internazionale. L'anno prossimo potr&agrave; rifarla, &ldquo;alle condizioni stabilite nei regolamenti FIM&rdquo;. Per l&rsquo;ottenimento della licenza &egrave; prevista anche una visita medica. Di qui qualcuno si &egrave; sbrigato a scrivere che Fenati sia stato mandato dallo psicologo. Invece &egrave; semplicemente la visita medica alla quale tutti i piloti si devono sottoporre per ottenere la licenza. &nbsp; LE PAROLE DELLA FIM - Trascriviamo qui di seguito il testo del comunicato della Federazione Internazionale.  &ldquo;Il pilota della Moto2 Romano Fenati ha partecipato a una riunione presso la sede della FIM a Mies marted&igrave; 18 settembre a seguito di un incidente a Misano durante la gara Moto2 di domenica 9 settembre 2018. &ldquo;Fenati, accompagnato dal suo rappresentante legale, &egrave; stato ricevuto dal presidente della FIM Vito Ippolito e dal vice direttore generale e direttore giuridico della FIM, Richard Perret. &ldquo;A Fenati &egrave; stato chiesto di spiegare di persona il suo gesto sulla pista di Misano, che ha dato origine a molte reazioni estreme nei media e sulle piattaforme dei social media. &ldquo;Durante l'incontro, i rappresentanti della FIM hanno sottolineato la profonda preoccupazione della Federazione per la sicurezza di tutti i motociclisti e dei partecipanti alle competizioni motociclistiche. Hanno anche sottolineato l'importanza che attribuiscono al fair play nello sport motociclistico. Pur riconoscendo che i piloti, e in particolare quelli che raggiungono il livello pi&ugrave; alto di questo sport, sono soggetti a molte pressioni sia dentro che fuori pista, hanno ricordato a Fenati la profonda influenza che gli atleti di alto livello possono avere su tifosi e giovani e lo hanno esortato a prendere coscienza della sua responsabilit&agrave; di dare un esempio positivo in futuro. "Dopo l'incontro con il pilota e il suo rappresentante, la FIM ha deciso di ritirare la licenza FIM a Fenati fino alla fine dell'anno civile in corso. Una nuova licenza FIM per la stagione 2019 gli potr&agrave; essere concessa alle condizioni stabilite nei regolamenti FIM&rdquo;.       

La decisione dopo l'incontro del pilota con il Presidente Ippolito. Nessuna preclusione per tornare a correre, ma dovr&agrave; rifare la licenza ex novo

Caso Fenati: anche la FIM gli ritira la licenza

        &ldquo;&Egrave; stato davvero fantastico poter guidare la Ego Corsa a Misano&rdquo;, sono state le prime parole&nbsp;di Franco Uncini dopo il demo-lap a Misano, poco prima del via della gara della MotoGP.&nbsp;&ldquo;Come detto la scorsa settimana, ero davvero curioso di provare la moto e l&rsquo;accelerazione &egrave; davvero sorprendente!&rdquo; Il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini ha convogliato un caloroso e appassionato pubblico sul circuito di Misano per un incredibile weekend di gare e sorprese. E in questo scenario,&nbsp;Energica Ego Corsa&nbsp;ha fatto il suo ingresso in scena da protagonista con il campione del mondo 500c del 1982&nbsp;Franco Uncini&nbsp;a bordo per il demo lap del tracciato italiano. &nbsp;&ldquo;Ovviamente non ho spinto al limite per evitare rischi, visto che si trattava della prima volta in sella a questa moto, ma spero di provarla ancora in futuro&rdquo;, ha aggiunto il campione del mondo della 500 nel 1982. &ldquo;Girare di fronte allo splendido pubblico di Misano &egrave; stato un onore ed un&rsquo;emozione indescrivibile, &egrave; stato come un tuffo nel passato! Vorrei ringraziare Energica, Dorna e Loris Capirossi per questa grande opportunit&agrave;&rdquo;, ha concluso Uncini. ANNUNCIATO IL CALENDARIO - La supersportiva elettrica di Energica, nella sua versione 2019, ha inoltre sfrecciato sui 4,2 km di Misano anche nelle mani di&nbsp;Alessandro Brannetti&nbsp;e&nbsp;Loris Capirossi&nbsp;in tre importanti sessioni di test in vista del prossimo anno. Il Misano World Circuit Marco Simoncelli ospiter&agrave; infatti l&rsquo;evento di chiusura della&nbsp;FIM Enel MotoE World Cup, in calendario il 15 settembre 2019, come rivelato ufficialmente lo scorso weekend insieme alle altre quattro date previste per la prima edizione della competizione: Jerez (5 maggio), Le Mans (19 maggio), Sachsenring (7 luglio) e Spielberg (11 agosto). La Ego Corsa torner&agrave; in azione in meno di due settimane al&nbsp;MotorLand Arag&oacute;n, con l&rsquo;ex protagonista del Mondiale 250cc e del Mondiale Superbike&nbsp;Fonsi Nieto&nbsp;come pilota scelto per il demo lap. LE SQUADRE - Oltre all&rsquo;annuncio del calendario e dei test del pre-stagione, c&rsquo;&egrave; stato spazio per una foto ufficiale importante, quella che ha coinvolto i team principal delle squadre che parteciperanno alla MotoE World Cup, ritratti insieme a due Ego Corsa 2019&nbsp;e in presenza del CEO IRTA Mike Trimby,&nbsp;del CEO Dorna Carmelo Ezpeleta, del presidente FIM Vito Ippolito, del FIM Sports Director Fabio Muner&nbsp;e dell&rsquo;Executive Director MotoE Nicolas Goubert. Due Ego Corsa hanno preso parte a un&rsquo;iniziativa organizzata da Gresini Racing per le strade della Repubblica di San Marino, per poi dirigersi a Riccione per un talk show che ha coinvolto inoltre il&nbsp;CTO di Energica Giampiero Testoni. "Siamo molto soddisfatti di come stia procedendo a ritmi serrati la definizione della World Cup&rdquo;&nbsp;ha detto il&nbsp;CEO di Energica Livia Cevolini.&nbsp;&ldquo;Lo sviluppo tecnico va avanti senza sosta dall'inizio dell'anno e perfettamente in linea con ci&ograve; che avevamo previsto. In questi giorni sono usciti il calendario ufficiale della stagione e dei test invernali: siamo tutti in trepidante attesa per il debutto della FIM Enel MotoE World Cup, manca ancora un po' di tempo al suo inizio quindi rimaniamo concentrati per proseguire con l&rsquo;ottimo lavoro fatto fino ad ora&rdquo;.       

"Non ho spinto al limite per evitare rischi, visto che si trattava della prima volta in sella a questa moto, ma l'accelerazione &egrave; sorprendente!" ha detto Uncini. Annunciato il calendario della prima stagione

Uncini sulla MotoE a Misano: “Sembra di provare il futuro!”

        &ldquo;Nella storia del motociclismo abbiamo avuto molti fan, fortunatamente, e raramente abbiamo avuto fanatici, nel senso negativo del termine. Questa situazione &egrave; la conseguenza del finale di stagione del 2015 e non fa parte della nostra storia&rdquo;, ha dichiarato il presidente della Federazione Motociclistica Internazionale Vito Ippolito in un comunicato al quotidiano spagnolo Marca.  &ldquo;Mi dispiace che i toni aumentino molto pi&ugrave; di quello che significa semplicemente essere un seguace di un pilota o di un altro. Non ci piace che venga creato un ambiente di questa natura&rdquo;. La responsabilit&agrave; - Con queste parole Vito Ippolito sanziona a lettere maiuscole la rivalit&agrave; fra Rossi e Marquez che si &egrave; tornata ad avere toni accesi dopo il contatto dello spagnolo della Honda con Rossi al GP d&rsquo;Argentina e la caduta di quest&rsquo;ultimo.  &ldquo;I piloti hanno la grande responsabilit&agrave; di aiutarci in questo compito, di non esacerbare l&rsquo;umore dei fan. Sia con il loro comportamento in pista, sia con le loro dichiarazioni. Per questo motivo, sia dalla FIM che dalla Dorna, parleremo con loro&rdquo;, spiega Ippolito annunciando l&rsquo;incontro che si svolger&agrave; al GP delle Americhe. &ldquo;Uno era in trance, l&rsquo;altro troppo caldo&rdquo; - Vito Ippolito fa capire che entrambi i piloti sono andati sopra le righe. &nbsp;&ldquo;Devono capire che devono collaborare per mantenere le cose nel normale corso della passione per lo sport&rdquo;, dichiara il presidente della FIM. &ldquo;Sappiamo tutti dell&rsquo;enorme talento di Marc Marquez, il potenziale che ha per vincere qualsiasi gara. Ma come succede a molti concorrenti, di tanto in tanto, entrano in trance agonistica. Marc domenica scorsa ha fatto delle cose sbagliate, ovviamente. &Egrave; stato penalizzato nelle tre occasioni in cui ha sostenuto azioni non normative.  &ldquo;Valentino Rossi ha fatto alcune dichiarazioni molto calde. Non so se pensa davvero a quello che sta dicendo. Non riesco a immaginare che questo sia davvero ci&ograve; che pensa. Lo interpreto come con Marquez. Uno era in trance in gara e l&rsquo;altro era troppo caldo alla fine&rdquo;, aggiunge Ippolito. &nbsp; &ldquo;Speriamo di avere la collaborazione dei piloti. Devono capire che hanno una responsabilit&agrave;. Gli eroi sono loro, non noi. Il nostro compito &egrave; fare le cose bene, professionalmente, in modo ordinato, ma hanno dietro di loro milioni di fan e devono comportarsi correttamente&rdquo;, conclude Ippolito.       

"Devono capire che hanno una responsabilit&agrave; e devono collaborare", dice Vito Ippolito che al GP delle Americhe incontrer&agrave; i due piloti. "Uno era in trance in gara e l'altro era troppo caldo alla fine"

Rossi e Marquez a rapporto dalla FIM

Officine Farneto, location post-industriale situata a pochi metri dallo Stadio Olimpico, Foro Italico e Coni (le &ldquo;sedi&rdquo; romane dello sport), &egrave; stato teatro della presentazione della prima edizione della FIM Enel Moto-E World Cup. Di cosa si tratta? E&rsquo; il campionato dedicato alle moto elettriche, che prender&agrave; il via dalla stagione 2019 all&rsquo;interno del programma del motomondiale.  GARANZIA DORNA. E NON SOLO&hellip; - Gi&agrave;, perch&eacute; se negli anni passati ci avevano provato prima la UEM (unione motociclistica europea) e poi direttamene la FIM (federazione internazionale) a far decollare il campionato delle moto &ldquo;silenziose&rdquo;, adesso sembra arrivato il momento giusto per fare sul serio. Perch&eacute; di mezzo ci sono la Dorna (organizzatore insieme alla FIM), Enel come main sponsor e una realt&agrave; (attualmente la pi&ugrave; innovativa e tecnologica del settore) come l&rsquo;italiana Energica, pronta a mettere a disposizione le moto per questo che sar&agrave; un vero e proprio monomarca.    VIP DEL PADDOCK - Il &ldquo;peso&rdquo; dell&rsquo;iniziativa, oltre a quello di questi nomi importanti pronti a metterci soldi e faccia, si &egrave; percepito anche in base ai tanti personaggi che hanno partecipato alla presentazione romana. Forse la pi&ugrave; importante, del settore delle due ruote mai ospitata finora nella citt&agrave; eterna. E questo la dice lunga sull&rsquo;investimento fatto dagli attori in campo: tra i circa 300 invitati, addetti del settore e rappresentanti della stampa mondiale, c&rsquo;erano ovviamente i &ldquo;padroni di casa&rdquo; Ezpeleta e Ippolito, c&rsquo;era l&rsquo;a.d. di Enel, Francesco Starace, Livia Cevolini di Energica e (tramite messaggio) anche il ministro per lo Sport, Luca Lotti. Non mancavano nomi famosi dei box della MotoGP come Tardozzi, Guidotti, Cecchinello, Fiorani e Poncharal ma anche Davide Giugliano, Marco Chini (ex-Honda SBK) e Silvio Manicardi della FIM Europe.&nbsp;    CAPIROSSI SVELA I NUMERI DELLA MOTO - E c&rsquo;era anche Loris Capirossi, testimonial e &ldquo;pilota sviluppo&rdquo; di questa iniziativa, che ha fatto il suo ingresso trionfale nella sala&nbsp;guidando tra i finti cordoli &quot;bianco-verdi&quot;&nbsp;la silenziosissima Energica. &ldquo;Questa moto &egrave; bella &egrave; divertente - dice Capirex&nbsp; - non ha buchi di potenza, puoi giocare con l&rsquo;acceleratore, &egrave; agile nonostante il peso e in pi&ugrave; questo aspetto della silenziosit&agrave; non &egrave; male, in fase di guida, anche se &egrave; molto strano. La svilupperemo al meglio&rdquo;. I numeri della moto sono di tutto rispetto: una potenza pari a 150 cv, una coppia da 200 nm ma soprattutto 250 km/h di velocit&agrave; e uno spunto da 0 a 100 km/h di soli 3 secondi. Per la ricarica fino all&rsquo;87%, baster&agrave; aspettare mezz&rsquo;ora.  GUARDARE AVANTI - &ldquo;Ma, con l&rsquo;aiuto di tutti i partner, cercheremo di renderla ancora pi&ugrave; breve - dice Livia Cavolini, &ldquo;boss&rdquo; di Energica - questo nostro ingresso nel mondiale sar&agrave; funzionale anche al mercato elettrico di tutti i giorni. Svilupperemo la tecnologia per poi trasferirla all&rsquo;utilizzatore quotidiano perch&eacute; il futuro della mobilit&agrave; &egrave; green. Prezzo? La Ego (questo il nome del modello da cui deriver&agrave; la Moto da &ldquo;GP&rdquo;, n.d.r.) costa circa 25.000 euro&rdquo;.    IL PROGRAMMA - Ezpeleta, invece, fornisce gi&agrave; qualche numero relativo al regolamento, ai partecipanti, ai team e alle tappe che caratterizzeranno la prima stagione, prevista nel 2019. &ldquo;Sette team privati della MotoGP prenderanno il via ognuno con due moto mentre le restanti quattro moto saranno divise tra i team della Moto3 e Moto2. Il campionato si svilupper&agrave; su cinque round, che si correranno su alcune delle piste europee della MotoGp nello stesso week-end. L&rsquo;idea &egrave; di inserire la gara delle elettriche la domenica, tra il warm-up della MotoGP e la gara della Moto3, per garantire anche un&rsquo;ottima copertura tv&rdquo;. Il numero uno di Dorna ci tiene ad evidenziare alcuni aspetti importanti di questo nuovo progetto. &ldquo;A differenza di quanto accade in altre gare riservate ai mezzi elettrici, puntiamo a far fare tutti i giri in modalit&agrave; &ldquo;full power&rdquo;. Per questo stiamo ragionando sulla durata. Questa classe non sostituir&agrave; in futuro nessuna delle altre tre gi&agrave; presenti nel motomondiale&rdquo;.  NON E&rsquo; UN MONDIALE - E&rsquo; importante evidenziare che il nuovo nato non pu&ograve; essere considerato un mondiale a tutti gli effetti. Per questo gli &egrave; stata data una titolazione utilizzata, ad esempio, anche per la Superstock, che si corre solo in occasione dei round europei del programma Superbike. &ldquo;Sono 25 anni che la FIM promuove la sostenibilit&agrave;, quindi questo campionato &egrave; il raggiungimento di un primo obiettivo - spiega Ippolito - sei anni fa abbiamo iniziato a ragionare con Dorna sulla possibilit&agrave; di mettere in piedi una formula del genere e adesso siamo qui anche grazie alla fiducia di due partner importanti come Energica e Enel&rdquo;.    ANCHE IL PADDOCK SARA&rsquo; GREEN - A proposito dell&rsquo;azienda italiana di energia, l&rsquo;a.d. Storace ha fatto un quadro pi&ugrave; ampio della partecipazione di Enel all&rsquo;avventura elettrica a due ruote. &ldquo;Lanciare questo campionato &egrave; importante per iniziare a parlare di mobilit&agrave; alternativa ad una grande fetta di pubblico. Il motorsport ci permette di veicolare ci&ograve; che puntiamo a fare dal punto di vista delle infrastrutture e nel settore tecnologico: oltre ai progetti sportivi, ci impegneremo anche a contenere le emissioni nei paddock delle piste della MotoGP, facendo vedere a tutti che la &ldquo;citt&agrave; mobile delle due ruote&rdquo; (dalle hospitality agli altri servizi, n.d.r.) pu&ograve; vivere attraverso l&rsquo;utilizzo quasi esclusivo l&rsquo;elettricit&agrave;&rdquo;. 

Presentata a Roma la Coppa del Mondo dedicata alle moto elettriche. Sar&agrave; gestita dalla Dorna sotto l&rsquo;egida della FIM, si correr&agrave; in concomitanza con la MotoGP e potr&agrave; contare su un partner importante come Enel. Energica &egrave; stata scelta come fornitore unico delle moto e Capirossi si occuper&agrave; dello sviluppo in pista

Moto-e, stavolta si fa sul serio

La Ego (questo il nome del modello) &egrave; stata presentata durante l&rsquo;evento romano condotto da Guido Meda&nbsp;alla presenza di Loris Capirossi, Vito Ippolito (presidente FIM) e Carmelo Ezpeleta (CEO Dorna). La moto ar&agrave; al via della FIM MotoE World Cup, campionato monomarca dedicato alle due ruote elettriche, che debutter&agrave; nel 2019. Le cinque tappe saranno in concomitanza con la MotoGP, stesse piste negli stessi week-end e si correranno tra il warm up della MotoGP e la gara di Moto3. (foto StudioZac)

Moto-e: Capirossi presenta Energica, la moto del mondiale "green" - FOTO

ROMA - Presentata stamattina nella Capitale la moto che sar&agrave; al via della FIM MotoE World Cup, campionato dedicato alle due ruote elettriche, che debutter&agrave; nel 2019. Un vero &ldquo;Mondiale&rdquo; nel Mondiale, visto che le tappe saranno in concomitanza con la MotoGP, stesse piste negli stessi week-end. Ma non lasciatevi trarre in inganno, nonostante la nomenclatura &ldquo;World Cup&rdquo;, saranno solo tappe europee per un totale di 5. La gara si correr&agrave; tra il warm up della MotoGP e la gara di Moto 3.    Passando alla protagonista di questo nuovo campionato, la Energica che verr&agrave; schierata in griglia vanta numeri di tutto rispetto: 250 Km/h di velocit&agrave; massima, scatto da 0 a 100 km/h in soli 3 secondi e un tempo di ricarica di appena mezz&rsquo;ora, l&rsquo;obiettivo &egrave; quello di far completare tutti i giri con full-power. La moto &egrave; stata presentata durante l&rsquo;evento romano condotto da Guido Meda alla presenza di Loris Capirossi, Vito Ippolito (presidente FIM) e Carmelo Ezpeleta (CEO Dorna).  Queste le prime &ldquo;livenews&rdquo; direttamente dall&rsquo;evento. A pi&ugrave; tardi con tutti i particolari nel dettaglio. 

Direttamente dalla presentazione stampa, le prime &ldquo;livenews&rdquo; sulla moto che correr&agrave; il nuovo campionato dedicato alle 2 ruote elettriche

FIM MotoE World Cup, svelata la moto!

        La novit&agrave; non &egrave; di poco conto: dal prossimo anno prender&agrave; il via il Campionato del Mondo FIM Moto-e: si tratta di una nuova classe della MotoGP, che si disputer&agrave; in sella alle moto elettriche. Protagonista di questa competizione&nbsp; proiettata al futuro sar&agrave; l'azienda modenese Energica, specializzata nella produzione di motori elettrici, che entrer&agrave; nella Moto-e con il modello Energica Ego.    La Casa modenese &egrave; la pi&ugrave; importante e famosa produttrice di due  ruote elettriche, che si dedica da anni anche alla produzione e alla  vendita di Superbike altamente prestazionali. E adesso si prepara a calcare il palcoscenico del campionato del mondo  grazie all'importante accordo con Dorna.     Un nuovo progetto -&nbsp; &ldquo;Il  Campionato del Mondo Moto-e &egrave; un nuovo ed eccitante progetto di  Dorna e  siamo orgogliosi di annunciare che Energica sar&agrave; il  fornitore di  questa competizione", ha detto Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna Sports.  "&Egrave; una impresa leader del suo settore e questo potr&agrave;  contribuire ad  offrire il miglior spettacolo al nostro grande  pubblico&rdquo;. &ldquo;La FIM &egrave; molto  orgogliosa di poter supportare questa nuova competizione ed &egrave; felice di  questo grande impegno da parte di Energica. Siamo sicuri che sar&agrave; un  grande successo&rdquo;, ha commentato Vito Ippolito, Presidente della Federazione Motociclistica Internazionale.     Una storia racing - &ldquo;Siamo molto contenti di essere stati scelti da Dorna per essere parte  di questo progetto", ha dichiarato&nbsp;Livia Cevolini, CEO di Energica Motor Company SPA. "La passione per la moto &egrave; quello che ci ha portato  fino a qui e quello ci proietta nel futuro partendo da un territorio di  grandi tradizioni motoristiche come quello modenese. La nostra storia &egrave;  fatta di corse e la nostra attitudine per questo settore &egrave; grande&rdquo;.     &nbsp;         

"Il Campionato del Mondo Moto-e &egrave; un nuovo ed eccitante progetto di Dorna e siamo orgogliosi di annunciare che Energica sar&agrave; il nuovo fornitore di questa competizione", dichiara Carmelo Ezpeleta

Moto-e: il mondiale delle elettriche con Energica

        Novit&agrave; in vista per la MotoGP. Si &egrave; riunita infatti la Grand Prix Commission composta da Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna, Paul Duparc della FIM, Herve Poncharal di IRTA e Takanao Tsubouchi di MSMA, alla presenza di Vito Ippolito, presidente della FIM, Carlos Ezpeleta di Dorna, Mike Trimby di&nbsp; IRTA, come segretario della riunione, Corrado Cecchinelli, direttore tecnologico MotoGP, Mike Webb, direttore gara, Danny Aldridge, direttore tecnico, Fabio Muner e Steve Aeschlimann della FI e in una seduta svolta a Mies, in Svizzera ha preso numerose decisioni che vi riportiamo qui di seguito. Regolamento tecnico, con effetto dal 2018  Cerchioni - Sono state confermate nuove proposte per il collaudo e l'approvazione dei cerchioni da corsa su strada. I dettagli si trovano nei regolamenti tecnici aggiornati. Messaggi digitali sul Pit Board - Nella stagione 2018, i team continueranno ad avere la possibilit&agrave; di inviare messaggi al pilota utilizzando lo stesso sistema gi&agrave; in uso per i messaggi della Race Direction, come fatto nel 2017. Sono state introdotte regole per garantire che i box comunichino in modo conforme al cronometraggio Dorna. Il requisito principale &egrave; che qualsiasi messaggio inviato al pilota debba essere replicato con precisione da quello ricevuto dal cronometraggio Dorna e da quello emesso nella diretta TV. Regolamento sportivo, con effetto dal 2018 Nuovi campionati e classifiche - Attualmente esiste una classifica del campionato FIM per i team della classe MotoGP. Sono stati introdotti due nuovi Campionati del Mondo FIM per le scuderie Moto3 e Moto2. I risultati si baseranno sui punti combinati di tutti piloti della squadra, inclusi i sostituti e i rimpiazzi. Saranno inoltre introdotte classifiche per il miglior team indipendente nella classe regina e il miglior pilota non ufficiale: Trofeo Scuderia Indipendente MotoGP e Trofeo Pilota Indipendente Classe MotoGP. Wild Card in MotoGP - &Egrave; stata approvata la richiesta di KTM per far partecipare Mika Kallio come wild card in MotoGP nel 2018 in Spagna, a Jerez, in Catalogna, in Germania, in Austria e ad Arag&oacute;n. Le squadre che utilizzano motori delle Case presenti, e quindi i team satellite, con concessioni, hanno il diritto di poter schierare sei wild card a stagione anzich&eacute; tre. &Egrave; stato deciso che se un costruttore perde le concessioni, questo diritto non sar&agrave; revocato fino all'anno seguente. Miglior Gran Premio del 2017 - Il Gran Premio della Malesia &egrave; stato scelto come il migliore del 2017.       

Per la stagione 2018 la GP Commission ha deciso importanti modifiche al regolamento tecnico e sportivo

MotoGP: come cambia il regolamento

Al Palazzo del Congresso di Valencia come da tradizione si &egrave; tenuto il gran gal&agrave;, la cerimonia che chiude la stagione e premia i pi&ugrave; forti delle tre classi.  La serata degli FIM Awards 2017 &egrave; stata condotta da Dylan Gray e Izaskun Ruiz e ha visto il CEO Dorna Sports Carmelo Ezpeleta e il presidente della Federazione Motociclistica Internazionale Vito Ippolito consegnare i premi a neo-campioni del mondo delle tre classi.    MotoGP - I tre piloti premiati per classe regina sono stati Marc Marquez, che &egrave; anche il sei volte campione pi&ugrave; giovane della storia, Andrea Dovizioso come vicecampione e Maverick Vi&ntilde;ales come terzo classificato nel mondiale.      Il premio di miglior debuttante della massima serie &egrave; andato a Johann Zarco che si &egrave; aggiudicato anche il primato tra i corridori satellite.      Gli altri premi -&nbsp; Per le classi Moto2 e Moto3 sono stati celebrati vincitori iridati Franco Morbidelli e Joan Mir . Durante la serata sono stati anche celebrati i risultati di Francesco Bagnaia (Sky Racing Team VR46) e Ayumu Sasaki (Sic Racing Team) come migliori rookie della classe mediana e cadetta.     La BMW M Award per la migliore qualifica nella classe MotoGP &egrave; andata a Marquez per il quinto anno consecutivo mentre il premio Tissot Pole of Poles &egrave; stato consegnato a Morbidelli e Jorge Martin nella quarto di litro.     Honda ha conquistato il campionato mondiale costruttori in MotoGP e Moto3 mentre in Moto2 ancora una volta ha dominato Kalex. La scuderia ufficiale della Casa dell&rsquo;Ala, il team Repsol Honda, ha vinto la classifica come miglior squadra.      Infine, sul palcoscenico di Valencia, sono saliti anche i giovani talenti della Red Bull MotoGP Rookies Cup: il vincitore Kazuki Masaki, Aleix Viu e Can &Ouml;nc&uuml; secondo e terzo.     

Consegnati i FIM Awards 2017, che sanciscono la fine del Campionato del Mondo. In MotoGP premiati Marc Marquez, Andrea Dovizioso, Maverick Vi&ntilde;ales e Johann Zarco

MotoGP: a Valencia il gal&agrave; dei campioni

        A partire dal 19 giugno Fabio Muner sar&agrave; il nuovo Direttore Sportivo FIM. Italiano, 44 anni, ha grande conoscenza del mondo motociclistico grazie al suo lavoro in Aprilia, Pirelli e Dainese. Nel corso della sua carriera ha gestito team di ingegneri nonch&eacute; specialisti in promozione e sviluppo. La sua posizione attuale era quella di Racing &amp; Strategic Partnerships Director in Dainese, con contatto diretto con il CEO di Dainese. Fabio Muner ha studiato economia all&rsquo;Universit&agrave; di Trieste e parla fluentemente inglese e francese. Il suo incarico prevede la guida del Dipartimento sportivo, oltre a coordinare tutte le attivit&agrave; che coinvolgono i protagonisti dello sport motociclistico &ndash; le commissioni, piloti, team, organizzatori e sponsor. &ldquo;Comincio con grande orgoglio ed entusiasmo questo nuovo percorso professionale con la FIM&rdquo;, ha dichiarato Fabio Muner. &ldquo;Voglio ringraziare il Presidente Vito Ippolito e il CEO Steve Aeschlimann per aver riposto la loro fiducia in me. Sono impaziente di mettere le competenze acquisite durante la mia carriera al servizio della FIM e delle sue Commissioni&rdquo;. &nbsp;&ldquo;Credo che Fabio abbia tutta l&rsquo;esperienza e le competenze necessarie per condurre le attivit&agrave; sportive FIM ad un nuovo livello&rdquo;, ha aggiunto Steve Aeschlimann, FIM CEO. &ldquo;Oltre alla sua passione per il motociclismo e la sua profonda conoscenza dell&rsquo;industria, Fabio porter&agrave; con s&eacute; un forte background gestionale dal mondo aziendale. Questa esperienza ci aiuter&agrave; sicuramente negli ambiziosi obiettivi sportivi del piano strategico FIM&rdquo;.       

L'italiano Fabio Muner sar&agrave; alla guida del dipartimento sportivo della Federazione Internazionale. Ha lavorato in Aprilia, Pirelli e Dainese

Nuovo Direttore Sportivo in FIM

          La Grand Prix Commission composta da Carmelo Ezpeleta, CEO  Dorna, Paul Duparc, FIM, Herve Poncharal, IRTA, Takanao Tsubouchi, MSMA, Carlos Ezpeleta, Dorna, Mike Trimby, IRTA (segretario  della riunione), Vito Ippolito, FIM, Steve Aeschlimann, FIM, e Corrado  Cecchinelli, irector of Technology, hanno preso alcune decisioni in un incontro a Losail lo scorso 25  marzo.     Regolamento Tecnico &ndash; Effetto immediato     Materiali di costruzioni delle moto nelle classi Moto2 e Moto3     Il divieto di usare il titanio nella costrizione dei prototipi, esteso anche alla classe intermedia e a quella leggera, comprende le  sospensioni, il manubrio, i basculanti e i perni. Per la costruzione di  queste ultime parti &egrave; ora vietato anche l&rsquo;utilizzo di leghe leggere.     Regolamento sportivo &ndash; Effetto immediato     Sicurezza della pit-lane     Come gi&agrave; deciso, durante la procedura del &lsquo;flag-to-flag&rsquo; in gara e  durante il normale svolgimento delle qualifiche il numero dei meccanici  impegnati attorno un prototipo della classe regina &egrave; stato limitato a  quattro. Per loro &egrave; stato poi previsto l&rsquo;obbligo del caschetto  protettivo. La regola ora subisce una modifica dopo l&rsquo;accoglimento della  richiesta delle scuderie: il numero massimo di meccanici sar&agrave; di sei ma  solo durante le Q1 e Q2. Per il &lsquo;flag-to-flag&rsquo; in gara resta il  precedente.     Regolamento disciplinare &ndash; Effetto immediato     Punti di penalit&agrave;     Considerato il potere del FIM Pannello Stewards di infliggere  penalit&agrave;, il decurtamento dei punti dalla patente non sar&agrave; pi&ugrave;  necessario e sar&agrave; cancellato dalla lista delle sanzioni.     Ricorso in appello contro una decisione del FIM Pannello Stewards     &Egrave; confermata l&rsquo;impossibilit&agrave; di ricorrere in appello contro una  decisione del Pannello Stewards se la decisione di tale organo &egrave;  disciplinare.         

Via il titanio e le leghe leggere da Moto2 e Moto3, sparisce il decurtamento dei punti patente e i meccanici della MotoGP diventano 4 per ogni moto

MotoGP: cambia il regolamento

        Gli Internazionali d&rsquo;Italia di Supermoto sono tornati al Sud, sul circuito del Sele di Battipaglia, per il primo round della stagione. La pioggia ha guastato un po' la festa e le gare si sono corse senza far transitare i piloti nel tratto di fuoristrada, ad eccezione dei piloti della Classe Supermoto, &nbsp;Supermoto - Lo spettacolo non &egrave; davvero mancato, anche grazie al tratto di offroad reso molto difficile dalla pioggia, che ha contribuito a rimescolare molte volte le carte a tutti i livelli della classifica.Cos&igrave; &egrave; Teo Monticelli, con un secondo e un primo posto con la sua Yamaha Aldebaran, ad uscire vincitore dal susseguirsi di avvicendamenti nelle prime posizioni. Marc Schmidt su SWM Team BRT, dopo la Pole Position e la vittoria della prima manche, pregiudica la classifica di giornata a causa di due cadute nelle fasi iniziali della seconda frazione nello sterrato (nella seconda ha coinvolto anche Ravaglia), errori che gli hanno precluso la possibile vittoria assoluta, cos&igrave; al termine sul podio &egrave; secondo.Il campione ialiano in carica Andrea Occhini, con un settimo e un secondo posto su Honda Red Moto L30 Racin riesce a salire meritatamente sull&rsquo;ultimo gradino del podio di questa prima prova.Quarto assoluto Elia Sammartini, che precede Edgardo Borella.Onroad - dopo le qualifiche effettuate con il circuito in ottime condizioni, le due manche si corrono in regime di gara bagnata e con una lingua di asfalto con poco grip. Un &ldquo;particolare&rdquo; che non sembra riguardare Matteo Ettore Traversa, autore di due vittorie. Sul podio con lui Danilo Paoloni e Ciro Pizzo. UNDER24 - Dopo la Pole Position, Luca Bozza si aggiudica anche la vittoria di giornata, mentre la seconda posizione va a Fabio Mazzolai davanti a Emanuele Maccariello. RED CHALLENGE SM - Si impone&nbsp; con risultato pieno Andrea Mandolini.&nbsp; Secondo di giornata Antonio Mauro davanti a Mouad Boufariha.&nbsp; SUPERBIKER - Dopo la Pole Position Daniele Di Cicco con due ottime prestazioni chiude la giornata sul secondo gradino del podio. Sul gradino pi&ugrave; alto&nbsp; sale invece un velocissimo Alberto Moseriti.&nbsp; Terzo posto per Simone Franciosi. OPEN &ndash; Vladimiro Leone&nbsp; ha conquistato la pole position gma la classifica di giornata se la aggiudica grazie al sorpasso dell&rsquo;ultima curva Andrea Paoloni, che precede Mattia Berniga e Antonino Ippolito.&nbsp; VETERAN - Il vincitore della nuova classe &egrave; Edoardo Riccardi, autore di una doppietta.&nbsp;       

La pista di Battipaglia ha ospitato il primo round stagionale. Sotto la pioggia ha vinto Teo Monticelli

Internazionali Supermoto sul circuito del Sele

La FIM ha comunicato che Loris Capirossi &egrave; stato nominato rappresentante della Dorna nella Race Direction.&nbsp;La decisione &egrave; stat presa luned&igrave; scorso dal Permanent Bureau della FIM, composto dal presidente Vito Ippolito e da Carmelo Ezpeleta, Chief Executive Officer di Dorna Sports.  CON UNCINI E WEBB&nbsp;- L&#39;ex-iridato della 125 e della 250 prender&agrave; il posto di Javier Alonso, che di recente aveva abbandonato la Dorna e affiancher&agrave; nella Direzione di Gara il Race Director Mike Webb (rappresentante dell&#39;IRTA)&nbsp;e il Grand Prix Safety Officer Franco Uncini. 

L&#39;ex-pilota e commentatore prende il posto di Alonso come rappresentante della Dorna

MotoGP 2017: Capirossi entra nella Race Direction

          Con il GP di Valencia si &egrave; conclusa la stagione del Motomondiale e come da tradizione domenica sera si &egrave; tenuto il gran gala. La serata degli FIM Awards 2016,  condotta da Suzi Perry e Ernest Riveras, ha visto Carmelo Ezpeleta, CEO  di Dorna Sports, e Vito Ippolito, Presidente della FIM, consegnare i  premi ai neocampioni&nbsp;delle tre classi.     I tre piloti premiati&nbsp;sono stati Marc Marquez per  la massima cilindata, Johann Zarco per la Moto2 e Brad  Binder per la quarto di litro.     Tito Rabat, del team Estrella Galicia 0,0 Marc VDS, ha vinto i  titolo di Rookie of the Year nella classe regina mentre Cal Crutchlow ha prevalso nella graduatoria dei piloti satellite.     Xavi Vierge &egrave; stato il miglior esordiente nella  classe di mezzo e&nbsp;Joan Mir&nbsp;si &egrave; aggiudicato il premio  in Moto3.     La BMW M Award per le migliori qualifiche &egrave; stata vinta da  Marquez mentre le&nbsp;Tissot Pole of Poles&nbsp;nelle altre classi se li sono  aggiudicati&nbsp;Zarco e Binder.     Il team Movistar Yamaha MotoGP ha vinto il titolo scuderie mentre  quello costruttori &egrave; andato a Honda nella classe regina, a Kalex in  Moto2 e a KTM in Moto3.     Sul palcoscenico sono saliti anche i giovani  talenti della Red Bull MotoGP Rookies Cup: il vincitore Ayumu Sasaki, il  secondo Aleix Viu e Raul Fernandez come terzo.         

Al gal&agrave; di fine stagione i tre piloti premiati sono stati Marc Marquez per la massima cilindata, Johann Zarco per la Moto2 e Brad Binder per la quarto di litro.

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